Sabato 18 maggio, alle ore 15:30, nei pressi della splendida location a 1260 m della “Ruccia” di Frattura Vecchia di Scanno (AQ), ci sarà l’evento cultura “Un fagiolo per crescere” organizzato dall’associazione restante De Rerum Natura. Vediamo in cosa consiste l’iniziativa bucolica. Non vi è un vero e proprio costo per accedere alla Rappresentazione, ma è richiesto un contributo volontario.
De Rerum Natura “apparecchia” una Frattura Vecchia per i coltivatori
De Rerum Natura nasce con l’obiettivo principale di evitare lo spopolamento delle zone rurali e la mercificazione turistica dei luoghi (approfondimento qui). L’obiettivo dell’evento del 18 maggio è, non a caso, educativo-alimentare e sociale. L’Associazione guidata da Paolo Casalvieri ha organizzato l’Evento esclusivamente grazie al tempo e ai prodotti delle aziende Ciccone, Antico Monastero San Pietro, GalantUovo e Di Masso, senza l’ausilio di fondi pubblici da parte del Comune di Scanno.
I coltivatori stanno scomparendo con il conseguente abbandono delle terre e del Paese. De Rerum Natura, attraverso l’aiuto di alcuni volontari, ha ripulito alcuni terreni abbandonati dando la possibilità a tutti e tutte di conoscere la differenza tra i diversi prodotti alimentari.
Frattura Vecchia vanta il connubio unico tra coltura e cultura, dato che la storia del fagiolo bianco di Frattura è legata alle memorie tramandate di saperi e tecniche di coltivazione che si sono conservate per generazioni. Il semplice processo produttivo, dalla lavorazione dei campi, alla coltivazione, alla raccolta e all’essiccazione è rimasto invariato nei secoli e le antiche pratiche agricole sono rispettate in tutte le fasi del ciclo produttivo (approfondimento qui).
Il fagiolo bianco ha un prezzo di mercato superiore rispetto le altre qualità di fagioli e questo per le sue proprietà e il duro lavoro dei coltivatori in montagna.
Tra gli obbiettivi collaterali della Manifestazione culturale vi è anche la riconquista di una socialità ormai perduta. Nei tempi passati, infatti, l’agricoltura conosceva forze di assistenza uniche, essendo un lavoro stagionale l’intero paese si riuniva in uno scambio simbiotico.
A questo punto non resta che “immergersi”, sabato 18 maggio, nella semina del fagiolo fratturese, nei sapori delle merende autoctone e nelle tradizioni locali cristallizzate nel museo cittadino.