Studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, lettori e lettrici vorrebbero una Sulmona al passo con le altre città d’arte italiane. Le “pretese” non sono lontane dalla realtà, desidererebbero semplicemente un’aula studio efficiente dove potersi recare per accrescere il loro patrimonio immateriale.
La situazione biblioteche e aule studio nella città di Sulmona
L’unica biblioteca presente in Città è l’APC della Regione Abruzzo che non garantisce orari consoni per portare avanti studi universitari e , fino a poco tempo addietro, una connessione WI-FI (approfondimento qui). Oltre questo, a Sulmona non è presente un luogo di studio e lettura. Ergo: i cittadini e le cittadine della Città di Tresca hanno poco o niente per acculturarsi.
Le politiche regionali delle Consigliere Scoccia e La Porta da tempo hanno abbandonato le infrastrutture della cultura presenti in Valle Peligna. L’APC di Sulmona è relegata nella sede INPS, in attesa che vengano elargiti fondi pubblici per sistemare la sede storica di Palazzo Portoghesi (approfondimento qui).
Con il fine di colmare tale vuoto culturale, il 7 novembre 2022, ho redatto e protocollato al Comune di Sulmona, precisamente all’ex Assessora alla cultura Rosanna Tuteri, il documento dal titolo: Aula studio ;Carlo Tresca; tramite PUC svolto dai percettori del Reddito Di Cittadinanza” (approfondimento qui). Proposta mai discussa e presa in considerazione dalla giunta Di Piero.
L’Amministrazione di Sulmona Tresca gli studenti
La Giunta sulmonese non ha ritenuto la mancanza di luoghi adibiti allo studio degno di nota, non sono dello stesso parere tanti studenti e studentesse che ogni giorno si “scontrano” con i limiti dell’infrastruttura dell’APC con sede all’INSP di Sulmona.
Valerio Tritapepe, studente peligno fuori sede a Bologna, è iscritto alla laurea magistrale in “astrofisica e cosmologia” e vive sulla propria pelle la questione delle biblioteche. Sul punto dichiara: “È da tempo che i giovani di Sulmona e del circondario non hanno un posto dove studiare. Questa mancanza si fa più pesante durante i giorni di vacanza, in cui centinaia di fuorisede tornano a casa, ma è un problema costante per tutti quelli che sono rimasti a Sulmona o fanno i pendolari“.
L’unica biblioteca presente in Città è l’APC, aperta però solo dal lunedì al venerdì e con orari molto scomodi. Studiare è un lavoro che richiede continuità e gli attuali orari di apertura della biblioteca non la consentono.
Tritapepe continua: “Studiare sapendo di avere solo 4 ore la mattina e 2 ore e 30 il martedì e il giovedì pomeriggio è stressante e fa venire meno la concentrazione. Si torna a casa insoddisfatti e con un lavoro non concluso. Senza contare il buco di due ore tra l’apertura mattutina e quella pomeridiana, dove chi non è di Sulmona deve trovare qualcosa da fare per ingannare il tempo, oppure lasciare perdere e tornarsene a casa. Studiare è anche un lavoro che non prevede giorni liberi, per questo è assurdo che la biblioteca rimanga chiusa durante il weekend“.
La sulmonese Giulia Di Rienzo, studentessa di medicina a Roma, afferma che “l’estate e durante le vacanze natalizie la biblioteca è stracolma di studenti e, da quando hanno installato il WI-FI, l’APC ha iniziato a popolarsi ancora di più, diventando un punto di aggregazione cruciale per Sulmona e la Valle Peligna. La connettività alla rete internet non è sufficiente di per sé a garantire un buon servizio, le prese elettriche della struttura INPS non sono sufficienti e quindi spesso non vi è la possibilità di collegare i dispositivi tecnologici. Infine, è necessario allungare l’orario pomeridiano“.
Gli studenti desiderano e necessitano di uno spazio dove acculturarsi tutti i giorni e per diverse ore, accessibile a tutti i residenti e non della Valle Peligna. Sulmona quando potrà affermare senza remore di essere una città a prova di studente, una città per giovani?
C’è il sentore di una mobilitazione studentesca in Valle Peligna. Una “scossa” giovanile potrebbe risvegliare le coscienze dei c.d. grandi e far perdere l’equilibro ai nostri rappresentanti che, fino ad oggi, ci ha gettato negli occhi il fumo della “cultura”.