La Consulta giovanile di Scanno (AQ) ha realizzato un questionario compilabile in pochi minuti, in maniera totalmente anonima e finalizzato a due obiettivi fondamentali: capire la situazione dei giovani scannesi (e non); il loro rapporto con il paese ed intercettare proposte e migliorie su cui poi discutere e lavorare insieme.
Il lavoro restante della consulta giovanile di Scanno
La Consulta scannese, attraverso le domande del questionario, intende inquadrare la situazione lavorativa e sociale dei giovani autoctoni e abruzzesi.
In altre parole, il questionario è uno strumento che permette ai giovani di esprimersi attraverso le seguenti domande: hai aderito alla consulta giovanile?; In questo momento vivi a Scanno?; Quanto ti ritieni soddisfatto/a per le opportunità offerte a Scanno ai giovani?; Nel tuo futuro vorresti vivere a Scanno? Riporta eventuali problematiche/proposte per migliorare Scanno (opportunità lavorative, servizi, attività ricreative…). E tante altre domande che trovate nel link del questionario.
L’auspicio è di arginare lo spopolamento delle aree interne abruzzesi. Non solo, è necessario che siano sostenuti anche progetti restanti come De Rerum Natura e il circolo culturale “Rolando Martorella”. Una distribuzione meritocratica e coerente delle risorse pubbliche, e quindi incline alle caratteristiche del territorio montano, avvierebbe quel processo di rinascita dei Paesi a discapito dei borghi votati solo al consumo turistico (approfondimento qui).
I buoni propositi ci sono tutti, nell’atto della Consulta è scritto che “Per quanto riguarda Frattura, è importantissimo collaborare e ascoltare la popolazione giovanile che ivi risiede o è domiciliata, in quanto, forse a volte lo si dimentica, è parte integrante del territorio di Scanno e che soprattutto negli ultimi anni rappresenta un modello a cui ispirarsi“.
Inoltre, i giovani scannesi sottolineano che, nelle aree montane, mancano servizi essenziali come spazi adibiti allo smart working e allo studio. La battaglia della Casa di Vetro per sanare la mancanza di un’aula studio trova riscontro non nei rappresentanti politici regionali, ma in chi vive il disagio di non potersi acculturale (petizione aula studio Carlo Tresca qui).