La campagna elettorale per il rinnovo delle cariche politiche della Regione Abruzzo è quasi terminata. Il 10 marzo sarà il giorno di chiusura di pranzi, cene e aperitivi. Le vele torneranno nei parcheggi, le strade saranno di nuovo degli arrotini. Le vetrine dei locali dei centri cittadini torneranno ad essere “pulite”, riportando alla luce la desertificazione causata dalle scelte politiche dei rappresentanti nostrani. I volantini e i santini non inquineranno più i giardini pubblici (gettati a terra dagli incivili). Tutto questo finirà e si aprirà la fase del rendiconto delle spese elettorali.
Le campagne elettorali sontuose dei candidati e delle candidate della regione Abruzzo
L’importo massimo di spesa per ciascun candidato di una lista circoscrizionale è fissato in 38.802,85 € incrementato di una ulteriore cifra pari al prodotto di 0,0061 € per ogni cittadino residente nella circoscrizione. In altre parole, nella circoscrizione dell’Aquila, con una popolazione di all’incirca 290.000 persone, ogni candidato non dovrebbe spendere oltre 40.000 € per la campagna elettorale. Tale tetto economico si deduce dalla Legge n. 515/1993 e dalla Legge n. 43/1995.
Secondo la Legge n. 515/1993, per spese elettorali si intendono quelle relative: “alla produzione, all’acquisto o all’affitto di materiali e di mezzi per la propaganda; alla distribuzione e diffusione dei materiali e dei mezzi di cui alla lettera a), compresa l’acquisizione di spazi sugli organi di informazione, sulle radio e televisioni private, nei cinema e nei teatri; all’organizzazione di manifestazioni di propaganda, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, anche di carattere sociale, culturale e sportivo; alla stampa, distribuzione e raccolta dei moduli, all’autenticazione delle firme e all’espletamento di ogni altra operazione richiesta dalla legge per la presentazione delle liste e delle candidature; al personale utilizzato e ad ogni prestazione o servizio inerente alla campagna elettorale“.
Tra le spese elettorali anche quelle relative ai locali per le sedi elettorali, ai viaggi e soggiorni, quelle telefoniche e postali, nonché gli oneri passivi. Si pensi che una vela costa giornalmente 130-150 €, i grandi manifesti elettorali affissi ai lati delle strade sono prezzati 200-500 €, i volantini e santini costano 100-200 €, in Centro Abruzzo la locazione di una sede elettorale è stimata 400-800, l’inserzione di banner nei giornali è pagato dai candidati/e 200-800 €, i camper/furgoni a fini propagandistici sono affittabili per 1000 € mensile e via discorrendo. Un costo non alla portata di tutti i cittadini.
Alcuni candidati e candidate della circoscrizione aquilana non hanno posto limiti alle spese elettorali. Pranzi e cene hanno padroneggiato la campagna elettorale abruzzese. Insomma, una politica panem et circenses che non ha il coraggio di rinnovare i metodi per attrarre gli elettori e, non a caso, il partito dell’astensione è il vero vincitore delle elezioni.
Dopo il 10 marzo si sapranno con precisione i soldi spesi dai candidati/e per la campagna elettorale. La Legge prevede che entro 3 mesi dalla data delle elezioni, i candidati devono sottoscrivere ed inviare al Presidente del Consiglio regionale e al Collegio regionale di garanzia elettorale un rendiconto concernente le spese sostenute, le obbligazioni assunte, finanziamenti/contributi da parte di terzi e gli estratti conti bancari e postali.