I Cittadini e le cittadine abruzzesi residenti in Valle Peligna e in Alto Sangro vivono un’inadeguata e carente assistenza psicologica. Un territorio molto vasto che sotto il profilo della tutela della salute psicologica è lasciato in una situazione precaria dalla Regione Abruzzo e dall’ASL1.
Assistenza psicologica precaria nel centro Abruzzo
Gli utenti abruzzesi che ad oggi si rivolgono all’ASL1 per le prestazioni psicologiche sono all’incirca 2300. Con un numero così consistente di paziente ci si aspetterebbe un dispiegamento di specialisti adeguato a fronteggiare una vera e propria emergenza.
La situazione della Valle Peligna è preoccupante a causa del post pandemia che ha fatto e farà crescere, purtroppo, notevolmente la domanda alla ASL per accedere ai percorsi terapeutici del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La generazione 2.0 è quella più coinvolta, dato che vive la precarietà economica, l’eco ansia legata ai cambiamenti climatici e la devastazione della guerra Ucraina.
Prima dell’intervento del Difensore civico abruzzese, di cui parleremo di seguito, non vi erano psicologi e psicoterapeuti all’ospedale di Sulmona,al consultorio di Sulmona e soprattutto, per la fragilità intrinseca della categoria, nel centro neuropsichiatrico infantile della Citta di Ovidio.
Le sedute terapeutiche dei 2300 pazienti erano state interrotte ruvidamente, perché vi erano stati dei pensionamenti nell’organico degli psicoterapeuti. La ASL1 non si era attivata tempestivamente per evitare la discontinuità degli interventi psicologici.
La vicenda era ed è avvilente, perché dal 2008, quindi non proprio da ieri, l’OMS sostiene che “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità“. Ergo: la ASL1 non può permettersi ancora simili inefficienze.
Il provvidenziale intervento del Difensore civico a tutela della salute mentale
Il 29 marzo 2023 ho inoltrato una segnalazione al Difensore civico della regione Abruzzo, Avv. Morra, sull’assenza di psicoterapeuti nel Centro Abruzzo. Ho chiesto all’Avvocato civico di proporre alla ASL in questione e alla regione Abruzzo di implementare al più presto l’organico degli specialisti attraverso l’assunzione a tempo indeterminato di psicoterapeuti.
Il Difensore civico, prontamente, ha inoltrato la nota all’ASL1 e all’Assessora alla salute della regione Abruzzo Verrì. Morra ha sottolineato che “Tenuto conto sia della delicatezza della questione trattata, sia del preoccupante incremento del fabbisogno di assistenza psicologica rilevato nel periodo post pandemico, oltre che dell’importanza che il benessere emotivo assume nel più ampio concetto di salute generale dell’individuo, si auspica il superamento di eventuali inefficienze che, se sussistenti, rischiano di inibire la completa fruizione delle prestazioni sanitarie, ovvero di limitare, rendendolo difficoltoso, l’accesso ai servizi essenziali”.
Sia la ASL1 che la Regione Abruzzo non rispondono alla missiva del Difensore civico. Pertanto, l’Avvocato Morra il 10 maggio 2023 invia una ulteriore nota alle istituzioni menzionate, ovvero: “Non avendo a tutt’oggi ricevuto risposta, con la presente si sollecita il riscontro, rammentando, a tal fine, l’obbligo per le Amministrazioni locali di corrispondere alle richieste di notizie da parte del Difensore Civico Regionale, sancito dall’art. 4 della L.R. n 126/95″.
Nonostante questa ulteriore richiesta, il mutismo delle Istituzioni abruzzesi continua. Il Difensore civico non si arrende e il 13 giugno 2023 chiede lumi sulla mancanza di assistenza psicologica e bacchetta le Pubbliche Amministrazioni interessate. Nel dettaglio Morra scrive “l’assenza assoluta di risposta, non solo svilisce la funzione stessa della Difesa Civica, rendendo in alcuni casi del tutto inefficace il relativo intervento, ma contribuisce ancora una volta a fornire una immagine negativa della Pubblica Amministrazione“.
Gli Enti abruzzesi coinvolti hanno perpetrato uno sgarbo istituzionale al Difensore civico, dato che ex lege gli uffici interessati sono tenuti a prestare la necessaria collaborazione al Difensore civico, senza potergli opporre il segreto d’ufficio.
Pochi giorni dopo, finalmente, la caparbia azione pungolatoria del Difensore civico riceve risposta dall’ASL1.. Il Direttore sanitario, Dr. Alfonso Mascitelli, scrive “si comunica che sono in fase conclusiva le procedure di reclutamento di 2 psicologi da assegnare all’area distrettuale Peligno Sangrina“. Le Terapeute sono assunte con contratti precari, quindi l’azione dell’Azienda Sanitaria è una toppa e non una vera e propria soluzione organico-strutturale.
L’ASL1 ha impiegato tre mesi per degnare gli utenti/pazienti di una risposta. Se l’Avv. Morra non avesse ricoperto il suo ruolo con professionalità e tenacia, quanto tempo avrebbe impiegato la ASL per giungere a una soluzione? A voi la risposta (approndimento qui).

In breve, perfino per una tematica delicata come quella della salute mentale i cittadini attivi devono sopperire alle mancanze della politica regionale nostrana. Non dimentichiamo che la Valle Peligna “vanta” due Consigliere regionale: Marianna Scoccia e Antonietta La Porta. Entrambe non pervenute sulla vertenza emergenza psicologi.
Per fortuna c’è anche il lato positivo della Pubblica Amministrazione. Un esempio è stato l’operato dell’Avv. Morra, senza di Lui non avremmo superato gli ostacoli burocratici e amministrativi. Grazie fin lassù.