L’Amministrazione di Pratola Peligna, sul modello di quanto già realizzato in diverse Città italiane ed europee, ha intenzione di realizzare un bookcrossing (bibliocabina) attraverso l’utilizzo dell’unica cabina telefonica ancora presente nel territorio comunale, esattamente in Piazza San Lorenzo n.1 all’incrocio tra le strade Via Piave, Via Isonzo e Via Cesare Battisti.
Pratola Peligna al passo con le Città europee
Nel mese di giugno e nel settembre 2023, attraverso due richieste distinte, l’Amministrazione guidata dalla Sindaca Antonella Di Nino, con lettera inoltrata alla società Telecom Italia, ha domandato la cessione a titolo gratuito della cabina telefonica sita nel comune di Pratola Peligna.
La TIM S.p.A., il 17 gennaio 2024, ha accolto la richiesta di Pratola Bellissima. Unico vincolo posto dalla Società di telecomunicazione è sulla destinazione d’uso della cabina, ovvero che la casa del vecchio telefono a gettoni dovrà essere utilizzata esclusivamente per realizzare un bookcrossing.
L’idea del bookcrossing nasce dalla mente della consigliera pratolana Maria Laura Iacobucci che, con la sua intuizione, pone il comune di Pratola tra le avanguardie culturali del centro Abruzzo. L’ex cabina telefonica di San Lorenzo sarà ristrutturata e dotata di scaffali per i libri. Inoltre, i libri potranno essere fruiti in modo libero, segno di fiducia dell’Amministrazione nei confronti dei propri cittadini e cittadine.
Sul punto, la Sindaca Antonella Di Nino dichiara che “sulla cultura le istituzioni hanno l’obbligo di praticare la resilienza. Continuare senza sosta con le rappresentazioni teatrali e con le presentazioni dei libri, continuate per rovesciare il paradigma sociale che pone troppe attenzioni alle manifestazioni ludiche”
La Sindaca continua “È facile assicurarsi grandi numeri con le rappresentazioni più “leggere”, la nostra sfida è garantire molte presenze con la cultura di sostanza“.
Il bookcrossing by Pratola rappresenta un passo avanti per la cultura e un piccolo gesto di vicinanza per i tanti giovani che, nelle aree montane, “gridano” la mancanza di servizi essenziali come spazi adibiti allo smart working e allo studio (approfondimento qui).