L’insostenibilità del modello di espansione (lottizzazione) di Valle Madonna.
Giuristi, urbanisti, sociologi, architetti, ambientalisti ed economisti sono concordi nel ritenere il consumo di suolo come un fenomeno da arrestare immediatamente.
Un ruolo fondamentale nella partita del suolo la gioca l’Amministrazione comunale, dato che senza politiche efficaci volte a contrastare il fenomeno degli insediamenti umani ex novo sul territorio, il degrado ambientale, tra qualche anno, sarà sotto gli occhi di tutti e tutte. Un caso emblematico è quello del Comune di Pratola Peligna (AQ). Dopo aver indirizzato al Comune di Pratola P. l’accesso civico generalizzato sullo studio condotto nel 2017/1018 dall’Arch. Sergio Pietraforte, avente ad oggetto Il recupero del patrimonio edilizio, sono venuti a galla i dati disastrosi sul disabitato. Il censimento in questione evidenzia che lo stato di degrado su cui non si può intervenire è pari a 241 abitazioni. Tale dato sarebbe sufficiente da solo per smontare l’idea della lottizzazione di Valle Madonna, ma andiamo avanti con la riflessione.
La domanda principale da porsi è: se la popolazione italiana continua a diminuire perché continuiamo a consumare ingiustificatamente il suolo? A maggior ragione in un contesto come Pratola Peligna che ha un calo demografico vertiginoso, con la conseguente crescita del disabitato in quartieri storici come Valle Madonna, Schiavonia, Dentro la terra ecc.
Nonostante la realtà dei fatti, il consumo di suolo continua a crescere. Il Rapporto ISPRA 2019 evidenzia come ogni abitante italiano ha a carico più di 380 metri quadrati di consumo di superfici di cemento, asfalto ecc. e tale valore cresce di 2 metri quadrati ogni anno. L’amministrazione di Pratola Peligna desidera contribuire all’erosione del suolo in Italia?
Leggendo la sentenza 179/2019 della Corte Costituzionale capiamo come gli interessi sottesi al territorio sono eterogenei e non monopolizzati dalla ratio dell’edificazione, ovvero l’urbanistica << da un lato, riguarda le più recenti concezioni di territorio, considerato non solo come uno spazio topografico Suscettibile di occupazione edificatoria, ma rivalutato come una risorsa complessa che incarna molteplici vocazioni (ambientali, culturali, produttive, storiche) e, dall’altro, è avvertita sul fatto che il consumo di suolo rappresenta una delle variabili più gravi del problema della pressione antropica sulle risorse naturali”.
Preservare il suolo agricolo e naturale è la base per lo sviluppo sostenibile del territorio. In particolare, tutelare il suolo inibendo la lottizzazione è l’azione fondamentale per non entrare in contrasto con il recupero del centro urbano di Pratola Peligna (il condivisibile progetto delle case a 1 euro). Tale tesi è avvalorata anche dal rapporto del Consiglio Nazionale del Notariato intitolato ‘La rinunzia alla proprietà e ai diritti reali di godimento’ del 21 marzo 2014 che evidenzia un aumento degli atti unilaterali di rinuncia alla proprietà immobiliare sia per l’aumento delle tasse che per difficoltà di rivendere gli immobili. Alla luce di tutto ciò, concretamente e teoricamente, quanto ha senso la lottizzazione di Valle Madonna?
In sostanza è affidato ai nuovi piani regolatori comunali, e quindi agli amministratori locali che hanno la missione di approvarli, il compito di scardinare l’idea che il futuro dei Paesi, soprattutto di quelli con una demografia in calo, passi ancora per l’edificazione indiscriminata di suolo.
La flessibilità e il c.d. “passo indietro” sono caratteristiche tipiche dei leader e delle Amministrazioni locali virtuose (come quella attualmente in carica a Pratola Peligna), spero che questa breve riflessione possa, sul caso in oggetto, aiutare ad adottare una misure volta alla protezione del suolo e dell’ambiente in senso lato.
Con la stima di sempre Marco Alberico
N.b. mi (e ci) auguro che si aprirà un dibattito pubblico tra i cittadini e le cittadine di Pratola Peligna e della Valle tutta.