I Consiglieri della Regione Abruzzo Silvio Paolucci (DEM) e Erika Alessandrini (M5S), insieme al segretario regionale abruzzese dei giovani DEM Saverio Gileno, il 1° ottobre, hanno ispezionato la sede “provvisoria” della biblioteca APC “G. Capograssi” di Sulmona (approfondimento qui). Ad oggi, trascorsi 14 giorni dalla visita dei Rappresentanti regionali, le Consigliere peligne del centrodestra abruzzese latitano.
Le Consigliere della Regione Abruzzo Scoccia-Rossi-La Porta se ne fregano della biblioteca “G. Capograssi” di Sulmona
Le telefonate delle Consigliere peligne con il Movimento studentesco e cittadino peligno si sono dimostrate parole vane. Mariassunta Rossi (FDI), tramite l’ausilio del suo staff, avrebbe dovuto organizzare un incontro alternativo e successivo a quello avuto dagli studenti con i politici della minoranza di Palazzo dell’Emiciclo. Promessa da marinaio mai mantenuta. La Rossi, non a caso, ha addosso l’etichetta di ricoprire il ruolo di Consigliera regionale con “delega Instagram“. Solo apparizioni social e pochi fatti.
Marianna Scoccia (Noi Moderati, ex UDC), ho quasi imbarazzo nello scrivere, non sarebbe a conoscenza dei problemi della biblioteca regionale di Sulmona. Almeno così ha riferito telefonicamente, chiedendo al Movimento cittadino informazioni sulle problematiche. Anche lei avrebbe dovuto incontrare gli attivisti della biblioteca. Collodi, se fosse ancora in vita, potrebbe scrivere il sequel di Pinocchio. La Consigliera Scoccia, secondo le voci del popolo abruzzese, ha la “delega dei fondi a pioggia“.
Antonietta La Porta (Forza Italia, ex Lega), infine, ha comunicato con gli studenti e cittadini tramite la sua collaboratrice che porta il suo stesso cognome. Secondo La Porta borse, di nome e di fatto, la Consigliera forzista si sarebbe spesa per la biblioteca ma non ha ottenuto nulla. Un atteggiamento sia arrendevole, sia fa rimpiangere i 13.000 € di stipendio che finiscono nelle sue tasche. La Porta, sempre secondo le chiacchiere cittadine, è responsabile della “delega fantasma“, vista la sua poca presenza.
Insomma, l’atteggiamento della triade rientra perfettamente nelle dinamiche della destra italiana del me ne frego. Il Movimento peligno nato attorno alla biblioteca “G. Capograssi”, al contrario, continuerà a fare proprio il motto di Carlo Tresca, ovvero: “la rivoluzione degli schiavi contro gli schiavisti, della civiltà contro l’oscurantismo“.