I Consiglieri comunali di Sulmona (AQ) denunciano l’assenza dei Sindaci al controllo analogo della Società Cogesa. L’assenza dei primi cittadini comporta l’ingovernabilità della partecipata per mancanza del numero legale. Sempre secondo i Consiglieri guidati dal Sindaco Gianfranco Di Piero, la non presenza dei rappresentanti istituzionali “rappresenta un atto di irresponsabilità che mette a rischio il futuro di una società importante per il nostro territorio“. Vediamo come si è arrivati all’anarchia societaria.
La governance politica del Cogesa, abolendo il controllo analogo ristretto, ha fatto scivolare la società nell’anarchia
L’anarchia chiamata Cogesa non è il Movimento anarchico ideato da M. Bakunin e da P. Kropotnik nella seconda metà del secolo 19°, ma è il frutto di scelte politico-amministrative non proprio perspicaci. La decisione politica, votata dalla maggioranza dell’assemblea dei Sindaci Cogesa, di eliminare il controllo analogo ristretto rappresenta la fine della governabilità della Società dei rifiuti.
Il Comune di Sulmona che oggi, a ragione, alza la voce sullo stato dell’arte di Cogesa, in passato era l’Ente capofila che, quando la casacca da sindaco e da assessore era indossata dalla Casini e da Mariani, ha compiuto insieme alla maggioranza assembleare l’abolizione del controllo analogo ristretto.
Il controllo analogo è l’organo deputato a garantire da un lato la governabilità e dall’altro gli indirizzi che delineano le azioni societarie (un indirizzo orientato prevalentemente sulle buone conoscenze della società). Quando era in piedi il controllo analogo ristretto, composto per lo più dai sindaci del comuni con più quote, la partecipata non soffriva dei problemi che oggi ne stanno decretando il probabile fallimento.
Oggi il controllo analogo, per scelta della maggioranza assembleare dei sindaci destrocivici, è stata allargato a una platea vasta di comuni che non riescono a garantire la loro presenza e quindi il numero legale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, la società Cogesa naviga a vista proprio a causa della mancanza di una linea politica. Il rischio tangibile di urtare lo scoglio chiamato “chiusura” è dietro l’angolo.
Evidentemente tutti i nodi vengono al pettine e le scellerate richieste volute ed adottate dalla maggioranza dei sindaci, a parte una piccola minoranza, hanno portato alla paralisi del controllo e dell’indirizzo. Attualmente, si è passati ad un copia sgualcita dell’assemblea dei soci, venendo meno, di fatto, il più volte richiamato, dalla Corte dei conti, controllo analogo stringente. E oggi si ricorre ad adeguare il regolamento del controllo anologo quando oramai i buoi sono fuori dalla stalla.