La cittadinanza del Comune di Prezza, dopo la carenza di H2O causata dalle condutture colabrodo, si ritrova a combattere contro la dissenteria per l’acqua contaminata nella parte alta del Paese. Ieri 20 gennaio, la Sindaca civica Marianna Scoccia ha emesso un’ordinanza di divieto temporaneo dell’utilizzo dell’acqua per il consumo umano, erogata dalla rete
idrica comunale del Capoluogo (escluso il RIONE COLLE), fino a quando nuovi accertamenti non confermino la potabilità della stessa. I prezzani e le prezzane contestano al Civismo una comunicazione scarna sulla questione.
Il Civismo ha fatto un buco nell’acqua?
Nel dettaglio, la Scoccia mediante l’ordinanza prende atto della nota dell’ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila (Dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) con la quale ssi è comunicato l’esito delle analisi dei campioni di acqua destinato al consumo umano. Il campione è stato prelevato il 16 gennaio nel Comune di Prezza presso la scuola elementare e risulta non conforme.
Diversi residenti del comune di Prezza, che oggi vivono l’ennesimo disagio dovuto all’acqua erogata con la rete idrica comunale, criticano aspramente la comunicazione adottata dalla Giunta di Noi Prezza. Ad esempio un/una cittadina/o scrive: “La cosa assurda è che un giornale online sapesse la data delle analisi e i risultati, mentre i cittadini di Prezza investiti in pieno da questa problematica sono stati informati nel tardo pomeriggio sul profilo facebook del comune solo con uno scarno comunicato in merito alla non potabilità! Personalmente alla richiesta sulla data e sugli esiti degli esami sull’ acqua sempre sul profilo facebook del comune sono stata invitata a rivolgermi al vigile urbano, premetto che erano circa le ore 22 di ieri sera!“.
In altre parole, gli abitanti montani avrebbero desiderato essere messi a conoscenza per primi. La richiesta dei prezzani è più che ragionevole, visto che patiscono in prima persona le pene dei disturbi gastrointestinali.
Il Civismo naviga a vista nell’odissea dell’acqua. A pagarne le conseguenze sono i contribuenti pubblici sia sotto l’aspetto medico-sanitario, sia, come riportato dal quotidiano online IlGerme, dal punto di vista economico (1.000 € al giorno per garantire l’acqua con delle autobotti) La tristezza politica di questa vicenda la si trova nell’atteggiamento di chi, al posto di chiedere scusa, apostrofa i concittadini come polemici. A volte, le scelte politico-amministrative dovrebbero fondarsi sul buon senso e coinvolgere nelle decisioni la popolazione.