Il Fatto Quotidiano ha ripreso il caso “Fratelli D’Italia e di collaborazioni di lavoro”, sull’addetto stampa Massimiliano Ferrini, svelato dalla Casa Di Vetro nell’edizione “extra”, nell’articolo firmato da Tommaso Rodano e intitolato “Cirielli, il ministro ombra ha la nomina facile e ambizioni smisurate: sogna la Campania”. Non solo, la parentopoli made in Abruzzo finisce anche tra i banchi del Parlamento per il tramite della interrogazione presentata dalla senatrice Cinque Stelle Gabriella Di Girolamo.
Il “parere” negativo della legge e del Presidente dell’ordine dei giornalisti d’Abruzzo sulla nomina come addetto stampa di Ferrini
Il quotidiano digitale IlGerme scrive che la Legge 150/2000, all’articolo 9, dispone l’iscrizione all’albo dei giornalisti per ricoprire il ruolo di addetto stampa nella Pubbliche amministrazioni. Dello stesso parere è il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, il quale dichiara: “La legge è chiara in merito: per ricoprire l’incarico di addetto stampa è necessario possedere il tesserino. Altrimenti potrebbe anche configurarsi il reato dell’esercizio abusivo della professione”.
Caso Ferrini – Interrogazione della Di Girolamo (M5S) al Ministro degli Esteri
“La nomina del dott. Ferrini quale addetto stampa del Viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli desta più di qualche sospetto, sia per le modalità con le quali si è pervenuti alla stessa, sia per le azioni messe in atto nei giorni successivi al caso sollevato dalla stampa locale.
Stando alla normativa vigente – Legge 7 giugno 2000, n. 150 e Decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 2001, n. 422 – l’attribuzione di determinati incarichi all’interno della pubblica amministrazione è subordinata al possesso di imprescindibili requisiti. Nel caso specifico si stabilisce che gli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni siano costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti.
Come ormai noto a tutti, il dott. Ferrini è laureato in Economia e Management e non ha mai avuto alcuna esperienza giornalistica, tantomeno risulta essere iscritto all’albo dei giornalisti, cosa che evidentemente non ha costituito ostacolo alla nomina con tanto di stipendio annuo di 50mila euro.
Sono consapevole del fatto che si tratti di incarichi fiduciari e conferiti quindi intuitu personae e in buona sostanza a discrezione di chi li propone. Ho tuttavia il sospetto che scegliere un giovane laureato in Economia senza esperienza come addetto stampa di un viceministro di uno dei ministeri più delicati abbia avuto a che vedere più con la persona che con l’intuito.
Il giovane è infatti figlio della consigliera regionale di Fratelli d’Italia Maria Assunta Rossi. Non voglio pensare che il governo del merito – come amano definirsi – si stia trovando di fronte ad un altro caso di amichettismo neanche tanto celato. Non sarebbe la prima volta, è vero, ma la cosa non sarebbe meno grave delle altre.
All’uscita della notizia sugli organi di stampa il sito web istituzionale del ministero ha cambiato la denominazione dell’incarico da “addetto stampa” a “Responsabile per le relazioni istituzionali e le comunicazioni esterne (addetto stampa)”. Una cosa alquanto insolita su cui pare opportuno fare chiarezza.
Per tali motivi ho depositato un’interrogazione al Ministro degli Esteri per far luce su una vicenda che in ogni caso, anche qualora la nomina ad addetto stampa fosse legittima e rispondente ai requisiti previsti, ci ha mostrato ancora volta quale sia la concezione di merito di questa destra“.