La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale abruzzese è entrata nel vivo. Diversi candidati e candidate abruzzesi hanno ufficializzato la corsa per Palazzo dell’Emiciclo riempiendo le sale di diversi ristoranti nostrani con 1.000 persone. Nessun politico ha speso una parola sulla vertenza Snam, forse dimenticando che alla manifestazione No Snam del 21 aprile 2018 eravamo 10.000 cittadini e cittadine.
I candidati e le candidate abruzzesi ignora la cultura e l’ambiente
Nonostante la manifestazione No Snam abbia fatto la storia, segnando un record di presenze per la Valle Peligna, i politici impegnati nell’attuale campagna elettorale hanno l’arroganza di ignorare la vertenza ambientalista. La quasi totalità dei nostri aspiranti rappresentanti non ha speso una sola parola per il cambiamento climatico e la transizione ecologica.
Se i candidati e le candidate, e chi già siede sugli scranni di Palazzo dell’Emiciclo, avesse profuso un impegno politico pari a quello impiegato per elargire fondi a pioggia, oggi la storia No Snam avrebbe un epilogo ecologicamente meno tragico. Tale disinteresse verso le questioni ambientaliste nasce, probabilmente, dalla non addomesticabilità degli attivisti No Snam nostrani.
Il clientelismo la farà da padrona finché non ci sarà una legge o un regolamento regionale che disciplini le modalità di assegnazione dei fondi pubblici. Ad oggi il Consigliere o l’Assessore di fiducia può aprire il “suo” portafoglio pubblico (in realtà il nostro!) e attribuire soldi regionali in modo discrezionale.
La questione della cultura e della mancanza di spazi culturali in Valle Peligna si collega a tutto ciò, non vi è un interesse elettorale dietro la vicenda dell’APC, gestita dalla Regione Abruzzo, di Sulmona. Non è un caso che, ad esempio, nella presentazione della candidata di Noi Moderati, Marianna Scoccia, non si è profusa una parola sulla Biblioteca G. Capograssi.
Finché i candidati e le candidate si foraggeranno con dinosauri come Lupi, Gasparri e via discorrendo, cioè di coloro che sono stati artefici delle politiche di spoliazione del Centro Abruzzo, dalla Snam al tribunale di Sulmona, ci sarà poco spazio per l’ambiente e la cultura. Gli attivisiti e le attiviste No Snam battaglieranno tale vuoto politico-istituzionale.