Quando i simboli della Resistenza sono al centro della memoria collettiva e della vita della Repubblica, diventa essenziale che ogni esponente politico dimostri rispetto e coerenza nei confronti della storia. Tuttavia, l’esempio di Lorenzo Presutti, neo coordinatore dei giovani di Forza Italia a Sulmona e candidato al consiglio comunale, solleva serie preoccupazioni: come può convivere nella stessa coalizione di centrodestra, guidata da Luca Tirabassi, chi apertamente disprezza i valori su cui si fonda la nostra democrazia?
Il 25 aprile: l’anniversario della Resistenza trasformato in offesa
Il 25 aprile rappresenta una data sacra, un giorno in cui l’Italia ricorda il coraggio e il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà. Eppure, nel 2023, Presutti ha dichiarato sui social: “io non festeggio il 25 aprile”. Se questo messaggio già offende il sentimento collettivo, l’ennesima beffa arriva l’anno successivo con il commento: “25 aprile: il giorno in cui i vili si proclamano eroi”. Tali espressioni non solo calpestano la memoria di coloro che hanno lottato contro l’oppressione fascista, ma mettono anche in discussione la fondatezza di chi aspira a rappresentare una comunità che ha fatto della Resistenza il proprio baluardo.


Le dichiarazioni di Presutti non si fermano alla critica delle ricorrenze storiche. Il 9 maggio 2023, commentando delle nozze gay con un secco “Bloccati prima che commentoooo”, egli ha manifestato una retorica divisiva che mira a escludere e a seminare discordia. In un’epoca in cui il dialogo e l’inclusività dovrebbero essere pilastri fondamentali, tali parole suonano come un affronto diretto a chi sostiene i diritti e la dignità di ogni individuo, indipendentemente dal proprio orientamento.

Di fronte a simili dichiarazioni, sorge spontanea una domanda: quale futuro per il centrodestra di Sulmona se accetta senza obiezioni una figura come quella di Presutti? Luca Tirabassi, portavoce della coalizione, si trova ora a dover decidere se tollerare atteggiamenti che ledono i valori storici e democratici del nostro Paese o prendere una posizione netta. Il silenzio, in questo caso, potrebbe essere interpretato come un tacito consenso a misure e retoriche che tradiscono il vero spirito della Resistenza e dell’impegno civile.
La Resistenza non è un’idea da banalizzare o strumentalizzare per fini politici; è un patrimonio sacro che ha plasmato l’Italia e la sua democrazia. In questo scenario, Tirabassi ha il dovere morale e politico di fare chiarezza: escludere dalla coalizione chi sminuisce i valori e i sacrifici storici è un atto imprescindibile per preservare l’onore e la dignità della nostra memoria nazionale.
Casa Di Vetro resta vigile, pronta a denunciare ogni deviazione che tenti di cancellare il significato profondo di quei giorni di libertà, auspicando una politica che metta sempre al primo posto il rispetto per la verità storica.