Intervista all’Avvocatessa nonchè Consigliera del Comune di Sulmona (AQ) Teresa Nannarone. Da sempre di sinistra e femminista. Già Assessora della Provincia dell’Aquila con Stefania Pezzopane Presidente.
STORIA POLITICA TERESA NANNARONE
Ho iniziato a frequentare le sezioni del Partito Comunista a 15 anni nella sede storica di Corso Ovidio e poi a Roma, anche se non ho mai avuto la tessera. Sono sempre stata una donna di sinistra e resto ancora oggi una donna di sinistra. Nel 1995 ho fatto una esperienza amministrativa, come Consigliera nel Comune di Bugnara (AQ) dove sono nata con una coalizione prevalentemente di centro-sinistra. Poi mi sono iscritta ai DS, con i quali mi sono candidata nel 2004 alla Provincia dell’Aquila. In tale occasione ho raddoppiato i consensi in un collegio storicamente di destra, riuscendo a raggiungere il 21%. L’ottimo risultato ha premiato il mio impegno politico e grazie alla nomina di Stefania Pezzopane, ho ricoperto il ruolo di Assessora provinciale. Insomma, la mia azione politica si è sempre svolta prevalentemente attraverso i partiti. Non ho mai trascurato tuttavia il sociale, le questioni di genere in particolare e sono stata responsabile dal 2003 per l’Abruzzo di una associazione che si occupava di donne vittime dell’acido. Il femminismo è stato sempre parte di me, e le sue battaglie un dato acquisito. Ma una volta tornata a vivere e ad esercitare la professione a Sulmona, ho avvertito invece l’ampia portata della violenza domestica nel territorio, per questo ho lavorato e lavoro molto per aiutare le vittime e per costruire una consapevolezza ampia di contrasto alle violenze.
INTERVISTA ALLA CONSIGLIERA TERESA NANNARONE
Consigliera Nannarone, iniziamo dalla recente vicenda del Cogesa, cosa pensa delle consulenze onerose elargite a pioggia dalla governance della Società?
Le consulenze del Cogesa, e non solo le consulenze, le ho portate all’attenzione del Consiglio comunale. Una gestione “allegra” della Società dei rifiuti mi ha lasciata perplessa già prima di assumere il ruolo di Consigliera comunale. A quel tempo il Partito Democratico si occupava degli sprechi dei soldi pubblici. Come Consigliera comunale e come Presidente della Commissione bilancio ho segnalato alla Corte dei Conti le anomalie che ho riscontrato. Non sarebbe stato giusto fare finta di niente
Non crede che ci sia stata poca trasparenza amministrativa sul Cogesa? E in generale, non pensa ci sia un problema trasparenza negli enti pubblici?
Presumo che ai cittadini non sia stato possibile servirsi utilmente del portale trasparenza del sito istituzionale del Cogesa, poiché mancavano molti dati ed altri erano imprecisi, e questa non è trasparenza. Lo stessa ho avuto difficoltà nel mio ruolo di Consigliera a reperire i documenti, nonostante la normativa TUEL non ponga nessun limite ai consiglieri comunali. Ho avuto resistenza da parte degli uffici, ma sono caparbia, e alla fine hanno “ceduto”. Parlare di trasparenza è tuttavia complicato poiché manca la cultura della trasparenza in generale e quindi anche nel territorio. Le informazioni in realtà sono anche dei cittadini, non certo di “proprietà” delle Pubbliche Amministrazioni, e di chi i cittadini rappresenta. Chi ricopre ruoli apicali negli Enti, siano essi ruoli politici o amministrativi, dovrebbe persuadere i responsabili degli uffici ad adempiere agli obblighi sanciti dalla normativa della trasparenza oggi in vigore. La 241/1990 è stata sorpassata e il Legislatore ha accordato ai cittadini un’informazioni molto ampia e con pochi limiti. Il codice della trasparenza, ovvero il Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, all’art. 1 sancisce che “ La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.
E questo perché la trasparenza non è un fine oggettivo, ma uno strumento voluto dal Legislatore per contrastare i fenomeni di corruzione. Senza trasparenza scatta il meccanismo del retropensiero e del sospetto, anche per evitare questo la trasparenza è doverosa.
La delibera della Corte dei Conti sul caso Cogesa ha ipotizzato la lesione dell’interesse pubblico finanziario, il c.d. danno erariale, da parte delle precedenti gestioni societarie. Qual è la Sua Opinione a riguardo?
Credo che siano state commesse delle leggerezze, perchéil Cogesa è una società partecipata a capitale pubblico e quindi si applicano tutti i principi applicabili al buon andamento della Pubblica Amministrazione (economicità, efficacia, imparzialità, pubblicità e trasparenza), diversamente da un’azienda privata in cui l’Amministratore rischia come meglio crede il suo capitale. La situazione in cui versa il Cogesa è tuttavia molto preoccupante non solo dal punto di vista economico, ma anche perché si parla di rifiuti e quindi di tutto quello che significa il rifiuto per la tutela dell’ambiente, senza contare che è uno dei settori privilegiati della criminalità organizzata. Ad esempio il macchinario “Refolo” acquistato ad una cifra molto importante ma non è mai stato utilizzato. E ciò oltre ad evidenziare uno spreco di soldi pubblici, sta ad indicare che non abbiamo aggiornato il ciclo di gestione dei rifiuti. La questione posta dai cittadini residenti alle Marane, con le abitazioni adiacenti alla discarica di Noce Mattei, dei numerosi casi di malattie gravi, dimostra che la situazione è grave: l’inquinamento di aria, acqua e suolo è un problema che coinvolge la salute di un intero territorio. Per questo porre attenzione su un ciclo di gestione dei rifiuti al passo con la normativa e la tecnica più all’avanguardia significa prevenire problemi anche alla salute.
Per questo la Società non può permettersi sprechi, ma deve investire per migliorare i processi aziendali. Invece si è preferito, ad esempio, accogliere i rifiuti del Comune dell’Aquila ma l’alta percentuale di indifferenziata aquilana, per anni conferita a prezzi più bassi dei nostri Comuni, ha vanificato la nostra differenziata. Ma soprattutto la nostra discarica è satura, forse ha ancora un anno di vita. E dopo?
Sempre sul Cogesa, cosa contesta/critica all’Amministrazione di Sulmona guidata dal sindaco Di Piero?
Mi sarebbe piaciuto avesse accolto le mie proposte:
1) monitoraggio sui tumori in Valle Peligna, cioè studio diffuso su tutta la popolazione sulmonese. I medici di base sostengono che malattie degenerative e oncologiche sono aumentate nel nostro territorio. Quindi, sarebbe stato opportuno uno studio scientifico per accertare o sconfessare gli allarmi lanciati dai medici in prima linea. Un esempio in tal senso è lo studio condotto nelle Regione Lazio sul collegamento tra discariche e tumori sviluppati dai cittadini residenti vicino le discariche (approfondimento qui)
2) l’avvio di un “audit” ovvero di una procedura che costituisce un’attività volta a garantire che i processi interni di gestione funzionino in maniera efficace, sia per quanto riguarda la governance dell’azienda, ma anche per la gestione dei rischi. Insomma una fotografia che ci consentiva di “fotografare” immediatamente lo stato dell’arte;
3) la costituzione di parte civile del Comune di Sulmona nel processo penale, hanno fatto altri in casi analoghi. La vicenda Cogesa ha prodotto e continua a produrre un danno all’ immagine alla Città da un punto di vista turistico, di mercato immobiliare ed economico. Solo il legale rappresentante dell’Ente, ovvero il Sindaco, poteva lamentare in Tribunale i danni suddetti. Anche per questo noi cittadini siamo stati esclusi, ma è una battaglia che rifarei.
Entriamo nel vivo della questione “Crisi Sulmona”, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la mancata trasparenza amministrativa sul bando mense. Premettendo la distinzione tra la politica e la macchina burocratica, L’Amministrazione Di Piero quali azione avrebbe dovuto avanzare per “partorire” un bando mense conforme alla legge sui contratti pubblici?
Mettiamo subito in chiaro un fatto: chi parla di cavilli giuridici sull’illegittimità del bando mensa o è in mala fede o non sa quello che dice. La legge prevede che se il Comune mette in piedi una gara d’appalto e alla gara partecipa una sola impresa, la gara deve essere dichiarata deserta e l’appalto non può essere aggiudicato all’ unica impresa partecipante. Unica eccezione la previsione nel bando stesso di tale ipotesi. E siccome tale ipotesi non era stata prevista, l’appalto non poteva essere aggiudicato. Non è un cavillo, è la legge, se si conosce il significato delle parole.
Diversamente mi dovrei sentire responsabile di essermi letta le carte visto che se ne discuteva in un Consiglio Comunale. Qualcuno mi dica allora cosa deve fare un consigliere comunale: forse alzare la mano ad occhi chiusi? Non lo farò mai.
Politicamente, invece, ho inutilmente posto un problema di inopportunità, al consigliere Di Benedetto, visto che la società partecipante è del suo socio studio, dove la società ha la sede e della quale egli stesso è commercialista, è infatti per questo che la minoranza ha richiesto un consiglio ad hoc. Fino al giorno prima ho comunicato in modo chiaro al Sindaco e alla Segretaria comunale che nella gara c’erano dei vizi ma evidentemente si è preferito tergiversare, salvo il giorno dopo dover ammettere che la gara andava annullata Il Sindaco si è fidato degli uffici, ma io mi aspetto che su un bando di oltre 3 milioni di € ci sia una attenzione molto alta anche del Primo cittadino, come del resto impone il TUEL. Perché tutti possono sbagliare, anche gli uffici, come abbiamo visto.
D’altronde se rimettiamo tutto agli uffici, i cittadini perché dovrebbero andare a votare? Anche la vicenda mense dimostra che c’è un problema culturale di legalità e trasparenza, perché anche per la vicenda mensa ho dovuto faticare per avere le carte. Per questo chi parla di cavilli è in mala fede, dimenticando che non ci siamo candidati per vincere, ma per cambiare rispetto a quanto accaduto in Città fino a quel momento, per migliorare e non semplicemente per sostituirci ad altri. La nostra era una sfida innanzitutto culturale improntata alla discontinuità, alla trasparenza e alla legalità. Diversamente, di cosa stiamo parlando?
Altra questione sulmonese, gli uffici comunali hanno negato l’accesso civico, richiesto da Mario Pizzola, finalizzato ad acquisire i documenti della villa privata in costruzione a Sulmona in via Tratturo. E’ palese la violazione della normativa sulla trasparenza. Secondo Lei, il Sindaco non potrebbe avvalersi dell’art. 50 TUEL per l’evasione dell’accesso civico dagli uffici preposti?
Nel mio ruolo di Consigliere ho chiesto a mia volta la documentazione della costruzione che dovrà essere integrata. Ho chiesto anche al Sindaco di verificare quello che è accaduto nel tempo su quella pratica, che apra gli archivi, avvalendondosi del suo ruolo.
Il codice della trasparenza è improntato d’altronde ad una visione democratica dei rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione, per questo il legislatore ha voluto la piena visibilità: per promuovere un controllo capillare dal basso dell’attività amministrativa.
Se tutto è in regola, come io mi auguro, bene. Diversamente, se ci sono problemi, questi devono essere risolti con serenità. Non si può dare la sensazione della copertura, peggio dell’indifferenza rispetto alle richieste dei cittadini. Gli uffici e gli amministratori sono pagati con le tasse dei cittadini che non sono la controparte degli uffici e degli amministratori, ma parte di una buona amministrazione quando propone, chiede, si informa e pretende il rispetto delle leggi.
Aggiungo che poiché ci hanno eletti con un consenso molto ampio, la nostra responsabilità è elevata e nei confronti di tutti i cittadini, indistintamente. Se gli Uffici comunali, negassero l’accesso a Mario Pizzola attraverso formalismi da azzeccagarbugli, arrecherebbero un danno alla Città ma anche all’immagine dell’amministrazione, per questo il Sindaco ha il dovere di intervenire.
Molti cittadini e molte cittadine, leggendo la Sua missiva di addio alla maggioranza Di Piero, hanno pensato “non ha perso la Nannarone ma, ahinoi, ha perso Sulmona”. Cosa risponderebbe a questi cittadini?
E’ vero che abbiamo perso tutti perché non si è realizzato il cambiamento, ma sono io che ho sbagliato, in buona fede, perché sono stata compartecipe di alcuni scelte. Personalmente, il progetto politico mi convinceva ma i miei dubbi sono sempre stati sulla forza per metterlo in atto e sulla grande coerenza necessaria per mantenerlo. Dopo le elezioni la conferma: nessuna concertazione sul da farsi, ostracismo a chi aveva riempito di contenuti il nuovo progetto politico, quindi nessuna coerenza. Nonostante i miei tanti voti avessero dato fastidio, sono rimasta in squadra per due anni. D’altronde avevo già fatto passi indietro anche prima delle elezioni, quando molte persone mi chiedevano di fare il sindaco.
Certo non pensavo di stare in panchina e mi sarebbe piaciuto giocare. È sbagliato? Non credo, credo sia sbagliato contraddire le indicazioni dei cittadini. Pertanto, quando poi i ruoli vengono conferiti “a casaccio” e il progetto iniziale viene tradito tutto salta, perché i progetti camminano esclusivamente sulle gambe delle persone che li hanno pensati e realizzati, non su altre. Purtroppo il Sindaco Di Piero non ha considerato le conseguenze di alcune sue scelte, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non doveva andare così.
Avvocatessa Nannarone, Lei è stata una delle fautrici dell’Amministrazione Di Piero. Questo dato di fatto è o non è elemento di per sé sufficiente per ricompattare la maggioranza? Non avverte un carico di responsabilità non indifferente nei confronti degli elettori?
Credo che non sia mia la responsabilità, ma del Sindaco. Io l’ho costruita la coalizione, finché ho potuto l’ho difesa, ma ad ognuno i suoi oneri oltre i suoi onori, non le pare? Non è un caso, d’altronde, che non mi è stato concesso, una volta vinte le elezioni, di recitare ruoli, così come non è stato preso in considerazione niente di tutto quello che ho proposto: dal protocollo contro la criminalità alle telecamere in centro storico. Ma potrei fare un elenco molto dettagliato di decine di punti.
Giunta del Comune di Sulmona: il Sindaco Di Piero Le ha proposto di entrare nel “governo” cittadino. In quale ruolo? Le piacerebbe condurre da assessora, e quindi assumendosi le responsabilità amministrative, le sfide della Città?
Troppo tardi rispetto a quello che era il tempo giusto e il clima giusto. E cioè subito dopo le elezioni. E comunque non cambierebbe nulla perché manca la volontà di stilare un’agenda politica con dei punti prioritari. Il Sindaco, ma non solo lui per carità, non si sofferma su un punto cruciale: cosa bisogna realizzare prima per Sulmona? E’ questo il succo del discorso, ma non se ne è mai parlato. Manca un progetto di Città condiviso, in sostanza manca la politica. È per questo che restano solo le prepotenze, le furbizie e quindi le macerie, perché manca la politica.
D’altronde, tornando ai ruoli, servono i contenuti per riempirli di concretezza, diversamente è tempo perso per i cittadini. Il Sindaco dovrebbe fermarsi e tornare a due anni fa, decidendo lui chi deve fare che cosa. Temo però che sia ostaggio di logiche basate sulla sopraffazione ed io non riesco ad immaginare di stare in un contesto in cui non prevalgano il dialogo e la politica ma, appunto, logiche arroganti.
Per quanto riguarda il Partito Democratico, ci potrebbe illustrare le ragione della rottura tra Lei e i DEM?
A un partito che sconfessa una persona che è stata scelta per fare parte dei Forum Nazionali antimafia e giustizia, Responsabile nella segretaria regionale contro le infiltrazioni mafiose, razzismi e neofascismi, Portavoce provinciale delle donne, la Presidente cittadina del Circolo, Capolista pd e la donna più votata della Città, che nega una storia fatta coerenza e di impegno disinteressato, che usa le persone per poi scaricarle in un momento di fragilità (il covid) cosa può legarmi? Un partito che mette in crisi una coalizione, che disintegra una comunità faticosamente ricostruita, che adotta comportamenti incoerenti, non ha più nulla a che fare con me.
Infine, in futuro si vedrebbe nella veste di Sindaca? Se sì, con quali compagni di viaggio?
Ad oggi non riesco neppure a pensare ad un nuovo impegno nemmeno per gioco, tanto sono stati faticosi questi miei ultimi quattro anni per cui non ho una risposta da dare. Posso solo dire che in qualsiasi modo ed in qualsiasi veste sono sempre a disposizione della Città. Sempre.
Maurizio Colo
Manca il. contraddittorio. Ora intervistate il sindaco.
Marco Alberico
Maurizio buonasera, è un’intervista e quindi il contraddittorio non è previsto. Ho saputo che, da fonti vicine al Sindaco, in questo momento è troppo impegnato e non vuole rilasciare interviste.
Alessandro DE PANFILIS
Il contraddittorio c’è stato per due anni, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, o non può…….
Intrepido
A chi si riferisce?