Il caso meloniano di Massimiliano Ferrini “figlio” era finito tra i banchi del Parlamento grazie all’interrogazione presentata dalla senatrice Cinque Stelle Gabriella Di Girolamo (approfondimento qui). La Senatrice chiedeva lumi sulle modalità legali e politiche di scelta del giovane Ferrini. Dopo più di un mese, il Sottosegretario degli Esteri Giorgio Silli “evade” l’interrogazione della Di Girolamo. Vediamo i dettagli.
La Senatrice Di Girolamo afferma che il Sottosegretario Silli “non ha, sostanzialmente, risposto all’interrogazione su Ferrini”
La Di Girolamo scriveva tramite atto parlamentare: “Ho tuttavia il sospetto che scegliere un giovane laureato in Economia senza esperienza come addetto stampa di un viceministro di uno dei ministeri più delicati abbia avuto a che vedere più con la persona che con l’intuito“. Non solo, la Parlamentare sulmonese ha evidenziato il cambio, sul sito del Ministero, dell’inquadramento lavorativo del Ferrini (da addetto stampa a Responsabile per le relazioni istituzionali e le comunicazioni esterne-addetto stampa). Insomma, una mandrakata.
L’esponente governativo Giorgio Silli, di “risposta”, sostiene che l’ incarico fiduciario di Massimiliano Ferrini “non prevede requisiti specifici, come obbligo di iscrizione all’albo dei giornalisti”. Insomma, dietro il ragionamento di Silli e della classe dirigente di appartenenza il merito andrebbe distribuito con mera fiducia, senza una valutazione di titoli, competenze e esperienze. È sufficiente essere amico di o parente di.
Sul punto, la Senatrice Di Girolamo, raggiunta telefonicamente, dichiara che “Il Sottosegretario Silli ha scritto una non risposta, riportando pari pari il comunicato stampa in difesa dell’addetto stampa Ferrini, circolato tra i quotidiani Campani, del Viceministro Cirielli“. Sempre la Senatrice continua: “Se tutto era ed è in regola, perché, dopo il caso mediatico, il Ministero ha modificato la mansione lavorativa del Ferrini sulla pagina internet ufficiale edile Ministero degli esteri? “.
Della stessa lunghezza d’onda, come riportato dal quotidiano online IlGerme, è il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, il quale afferma che “Se per incarico fiduciario si può intendere anche l’investitura ex cattedra di ruoli e funzioni previste dalle leggi (69/1963- 150/2000) – spiega Stefano Pallotta – allora siamo veramente alla negazione della professione di giornalista”.
Tirando le somme, il Sottosegretario Giorgio Silli ricopre un ruolo che per natura non è né terzo né parziale. Ergo: la sua risposta vale poco e niente, dato che non è una sentenza di un giudice equidistante tra le parti.
I sottosegretari di stato sono nominati con decreto del presidente della repubblica su proposta del presidente del consiglio, in accordo con il ministro di riferimento. Il loro compito è quello di coadiuvare i ministri nell’esercizio delle loro funzioni. In altre parole, i membri del governo, essendo legati da un rapporto di fiducia, non si attaccano tra di loro. Cane non mangia cane.
In tutta questa vicenda condida dall’amichettismo è mancata l’opportunità politica. Fratelli D’Italia e la destra tutta ne escono politicamente più deboli, anche se con qualche incarico in più. Le nomine fiduciarie come quella del Ferrini delineano, volentieri o nolenti, l’azione partita meloniana nel motto “Il fine giustifica il mezzo“. Per quanto riguarda l’aspetto legale, aspettiamo il pronunciamento di altri organi dello Stato.