Abruzzo: Scoccia, Rossi, La Porta e le spese elettorali fantasma

Casa di Vetro, il 19 giugno 2024, ha inoltrato un accesso civico semplice sulla mancata pubblicazione di alcuni dati obbligatori, come da normativa Freedom Of Information Act, da parte dei Consiglieri e dei componenti della Giunta della Regione Abruzzo. Tra i documenti non pubblicati, vi sono le spese elettorali sostenute dai candidati Consiglieri regionali. La trasparenza sulle informazioni riguardanti i costi delle campagne elettorali è di vitale importanza per la democrazia.

Di seguito i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria non resi trasparenti dai politici della Regione Abruzzo

La Valle Peligna è rappresentata in Regione Abruzzo da tre Consigliere di maggioranza e di destra: Antonietta La PortaMariassunta Rossi e Marianna Scoccia. Dalla Legge n. 515/1993 e dalla Legge n. 43/1995 si desume che entro 3 mesi dalla data delle elezioni, i candidati devono sottoscrivere ed inviare al Presidente del Consiglio regionale e al Collegio regionale di garanzia elettorale un rendiconto concernente le spese sostenute, le obbligazioni assunte, finanziamenti/contributi da parte di terzi e gli estratti conti bancari e postali (approfondimento qui).

La richiesta di trasparenza sull’adempimento degli obblighi ex lege è stata inoltrata, il 19 giugno, al Responsabile della Trasparenza e della Corruzione della Regione Abruzzo. L’accesso civico concerne l’omessa pubblicazione, da parte dei componenti del Consiglio e della Giunta Regionale, dei seguenti dati obbligatori: il curriculum; i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti; gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti.

Ancora: le dichiarazioni di cui all’articolo 2, della legge 5 luglio 1982, n. 441, nonché le attestazioni e dichiarazioni di cui agli articoli 3 e 4 della medesima legge, come modificata dal presente decreto, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano.

Ad oggi, la Regione guidata da Marco Marsilio non ha evaso la richiesta di accesso civico semplice. Quindi, ieri 30 luglio, ho presentato un ricorso al Difensore Civico della Regione Abruzzo per il silenzio dell’Ente abruzzese. Nella nota inviata all’Avvocato Civico ho chiesto di ripristinare la trasparenza amministrativa.

I cittadini si sarebbero augurati una pubblicazione celere, dato che vi è un consistente ritardo nell’adempiere alla normativa prevista dal D.lgs. 33/2013. Non a caso, l’art. 14 comm 2 del Decreto trasparenza recita che “le pubbliche amministrazioni pubblicano i dati cui ai commi 1 e 1-bis entro tre mesi dalla elezione, dalla nomina o dal conferimento dell’incarico e per i tre anni successivi dalla cessazione del mandato o dell’incarico dei soggetti […]“.

Uniformarsi alla normativa sulla trasparenza è un passo essenziale per la salute della democrazia, perché da un lato c’è la non accessibilità economica dei cittadini e delle cittadine alle elezioni per l’onerosità delle campagne elettorali. Dall’altro lato, le Leggi sulla trasparenza delle spese elettorali sono “un buco nell’acqua“, i conti, cioè il rendiconto, alla fine riescono sempre. Servirebbero più controlli durante la campagna elettorale, il rischio reale è l’aumento dell’astensione elettorale e, di conseguenza, una democrazia ancora più fragile (approfondimento qui).

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