Abruzzo: Prezza incasserà i soldi della Legge mancia senza aver partecipato a bandi pubblici

La Pubblica Amministrazione è soggetta agli obblighi di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa posti dall’articolo 97 della Costituzione. Non solo, gli enti pubblici, anche quando non sono vincolati, dovrebbero sempre tendere al raggiungimento dell’imparzialità amministrativa. Invece, la Regione Abruzzo, tramite la discussa Legge mancia, assegna discrezionalmente i soldi dei contribuenti. Il paradigma clientelare deve cambiare, la cittadinanza pretende bandi pubblici aperti a tutti e a tutte per elargire i finanziamenti pubblici.

Il caso del Civismo di Prezza è l’esempio lampante della politica ammiocuguno del centrodestra della Regione Abruzzo

Il clientelismo detterà i consensi elettorali finché non ci sarà una legge o un regolamento regionale che disciplini le modalità di assegnazione dei fondi pubblici. In altre parole, sì ai bandi pubblici, no ai finanziamenti ammiocugino. Ad oggi, il Consigliere o l’Assessore di fiducia può aprire il “suo” portafoglio pubblico (in realtà il nostro!) e attribuire soldi regionali in modo discrezionale. Il Consigliere della Regione Abruzzo Luciano D’Amico propone l’abrogazione della Legge mancia (approfondimento qui).

Contraria all’abrogazione della Legge mancia è la Consigliera regionale nonché Sindaca di Prezza Marianna Scoccia (Noi Moderati), la quale scrive “nessuna mancia ma solo aiuti alle piccole realtà abruzzesi“. Sempre la Scoccia sottolinea che la legge in questione non mira all’assistenzialismo “ma ad interventi mirati“.

Diciamo che i fondi elargiti con facilità dalla Scoccia e dalla maggioranza abruzzese tutta sono mirati, arbitrari e autoreferenziali. Mirati, perché assegnati ad enti, associazioni e comuni amici. Arbitrari, perché dipendono dalla volontà politica e non da criteri oggettivi stabili con un bando pubblico. Autoreferenziali, dato che questi soldi spesso finiscono a chi è parte della cerchia politica di riferimento del politico “generoso”.

Non a caso, il Comune di Prezza, guidato proprio da Marianna Scoccia, incasserà la bellezza di 280.000 € grazie alla Legge mancia. Questi finanziamenti giungono al comune di Prezza senza una procedura ad evidenza pubblica. Insomma, manca la trasparenza procedurale di aggiudicazione dei soldi.

Le scelte politico-amministrative improntate sull’amichettismo non sono un volano per la Valle Peligna. Invece, la Consigliera Scoccia scrive: “continuerò sulla strada della politica tesa a rilanciare il tessuto economico, turistico e cultura delle aree interne“. Purtroppo, tali politiche possono aumentare i consensi personali e non il benessere della collettività. Invito Marianna Scoccia a rendere note le paternità delle richieste di finanziamento accolte dal Consiglio regionale, la trasparenza la mette a disagio?

I numeri dello spopolamento parlano da soli, le crisi economiche delle aziende sono sotto gli occhi di tutti (vedasi il caso Magneti Marelli), la fuga di cervelli abruzzesi è inesorabile, la sanità è al collasso e tanto altro. Il civismo non ha arginato l’emorragia economica e sociale del Centro Abruzzo, nonostante, è bene ricordare, vanti cinque anni di Assessore alle aree interne di Andrea Gerosolimo e cinque anni (e se ne appresta ad altri cinque) di Consiglio regionale di Marianna Scoccia.

La Valle Peligna è rappresentata in Regione da politici non lungimiranti che fondano la loro agenda dei lavori sul consenso a breve termine. Le aree interne necessitano di una visione con la V maiuscola se non vogliono soccombere. Non ci salveranno gli Hallowine, i Dj Prezioso e la fabbrica del divertimentificio tutta.

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