Il clientelismo detterà i consensi elettorali finché non ci sarà una legge o un regolamento regionale che disciplini le modalità di assegnazione dei fondi pubblici. In altre parole, sì ai bandi pubblici, no ai finanziamenti ammiocugino. Ad oggi il Consigliere o l’Assessore di fiducia può aprire il “suo” portafoglio pubblico (in realtà il nostro!) e attribuire soldi regionali in modo discrezionale. Il Consigliere della Regione Abruzzo Luciano D’Amico propone l’abrogazione della Legge mancia. Se venisse abrogata, i Consiglieri regionali come faranno ad alimentare il loro bacino elettorale?
La lettera aperta sui fondi a pioggia clientelari del Consigliere della Regione Abruzzo Luciano D’Amico
“Ho qualcosa di importante da dirvi, ecco perché ho scritto questa lettera aperta a tutti voi.
Cari e Care,
lo scorso martedì è giunta in discussione in Consiglio regionale la mia proposta di abrogazione della Legge mancia e di riutilizzo dei fondi per fronteggiare le emergenze regionali.
Per capire di cosa si tratta va fatta una doverosa premessa che sveli a tutti voi come funziona la Legge mancia: ciascun consigliere regionale ha a disposizione una somma, più alta i consiglieri di maggioranza, più modesta quelli di opposizione, da poter elargire a propria totale discrezionalità per coltivare il proprio collegio elettorale. Così, l’attuale Legge mancia utilizza 22,3 milioni di euro – risorse di tutti noi Abruzzesi – per finanziare oltre 2.380 Comuni, Enti e Associazioni fra cui, ad esempio, il Lions Club di Sulmona per spese di funzionamento, oppure l’Associazione culturale Pietro Taricone Trasacco o l’Associazione Non solo padel (di cui non risulta nemmeno l’indirizzo); tutto ciò permanendo i noti problemi della sanità, dell’agricoltura, della crisi idrica, della carenza di assistenza socio-sanitaria, dei tagli ai Comuni, ecc.
Naturalmente, tra gli oltre 2.380 Enti e Associazioni c’è anche la richiesta del pulmino per il trasporto scolastico da parte di un Comune, eccellente “foglia di fico” che ben si presta all’esempio nobilitante fatto dal Presidente Sospiri in una recente intervista.
Davanti a questo metodo, che ho più volte stigmatizzato, è giusto che tutti voi sappiate che ho chiesto, attraverso un emendamento, di rivedere il metodo e di verificare anzitutto le esigenze del fabbisogno finanziario generato dal buco nero della sanità regionale e, se possibile, di mantenere la destinazione dei 22,3 milioni di fondi attribuendone 4,7 milioni per far fronte alla crisi delle aziende agricole; 5 milioni all’abbattimento delle tariffe del Trasporto pubblico e all’introduzione di ABRU, Abruzzo Biglietto Unico a tariffa fissa di 1,4 € indipendentemente dalla percorrenza; 5,8 milioni ai Comuni, in base alla loro popolazione e con correttivi tesi a tutelare i più piccoli e quelli delle aree interne; i restanti 7 milioni alle Associazioni di assistenza, culturali e sportive in base alla attività svolta, al numero degli assistiti e degli associati.
Procedure trasparenti, la cui gestione sia rimessa alla struttura amministrativa regionale, ritenendo che una delle più grandi conquiste dello Stato moderno sia quella che vede, da un lato, il politico decidere quali esigenze della Comunità soddisfare stanziando le risorse pubbliche, dall’altro, il tecnico amministrativo provvedere secondo regole chiare e trasparenti alla loro assegnazione ed effettiva erogazione, garantendo imparzialità e pari condizioni di accesso.
Su questo, il Patto per l’Abruzzo ha fatto campagna elettorale, assumendo un impegno ben preciso nei confronti di tutti voi, e io ho accettato di buon grado di iscrivere il mio nome nei simboli partitici che hanno ritenuto di inserirlo: al grido “mai più l’effetto Trasacco” (dove il Centro destra ha preso l’84,14% dei voti) con ben 11 diversi contributi, mentre altri 70 Comuni abruzzesi nessun contributo (fra cui, ad esempio, Gessopalena, dove il Centro destra ha preso il 16,72% dei voti: esisterà una correlazione?). Anche su questo abbiamo chiesto la Vostra fiducia e ben 284.748 di Voi – poco meno di 1 elettore su 2 – ce l’hanno accordata.
Nella replica al mio intervento in aula di richiesta di abolizione della Legge mancia, il Presidente Marsilio dice, a torto, che si è sempre fatto così, come se questa consuetudine conferisse legittimità di per se stessa (nel 1992 molti politici maneggiavano tangenti, ma non per questo la pratica assumeva legittimità, come Mani Pulite ha dimostrato); dice, sempre a torto, che si tratta di una quota dello 0,2% del bilancio regionale e l’affermazione è sbagliata perché l’incidenza della Legge mancia va calcolate tra le somme disponibili e non finalizzate o vincolate, sottraendo dal calcolo la sanità, i trasporti, i fondi europei, ecc., e in ogni caso una pratica scorretta non diviene corretta solo perché di importo limitato.
Da ultimo, il Presidente Marsilio dice che anche i Consiglieri di minoranza fino a oggi hanno partecipato al banchetto e che non è coerente gridare alle “collanine e braccialetti” se poi ci si precipita in bigiotteria, minacciando che, nel caso l’opposizione continuasse con queste denunce la maggioranza non accetterebbe più di condividere questa assegnazione di risorse: magari Presidente Marsilio, magari! Le sarei eternamente grato.
Personalmente, conoscendo l’impegno politico dei Partiti che compongono la coalizione del Patto per l’Abruzzo e avendo ascoltato le censure e le critiche che i rispettivi leader nazionali hanno rivolto a questi metodi spartitori, ho difficoltà a credere quanto riportato da alcuni organi di stampa, ovvero che alla prima occasione di accordo consociativo della Legislatura, alcuni Consiglieri di minoranza, in specie i debuttanti, si siano fulmineamente precipitati a pietire briciole dal Presidente Sospiri.
Per questo chiedo ai Consiglieri di Centro-sinistra, definiti dalla stampa manciosi al pari dei Consiglieri del Centro-destra, di smentire la grave accusa di concorso alla spartizione consociativa in atto, rendendo pubblico cosa hanno eventualmente chiesto. Dopo essere stati eletti con un programma chiaro sul tema, se fosse vero quanto riporta qualche giornale, sarebbe indispensabile da parte loro chiedere scusa a tutti Voi Abruzzesi che li avete votati anche in conseguenza della posizione di rifiuto della Legge mancia, e per questo nel caso li invito a rinunciare sin da ora a qualsiasi ipotesi di spartizione di risorse che, lo ricordo ancora, sono di tutti noi Abruzzesi.
Il Patto per l’Abruzzo, di cui mi pregio essere coordinatore, fa quello che dice e dice quello che fa.
La coerenza rappresenta un punto fermo a cui ho sempre tenuto fede nella mia vita professionale e non sarà diverso ora nell’attività politica.
D’altronde, cadere in tentazione per una mancetta, significherebbe avallare opachi metodi di gestione, gli stessi utilizzati, ad esempio, per l’attribuzione delle risorse alle Associazioni e alle Manifestazioni culturali secondo i quali il bando di assegnazione viene finanziato per 500.000 euro mentre ben 1 milione di euro vengono distribuiti discrezionalmente dall’Ufficio di Presidenza e nel frattempo periodicamente vengono finanziati sempre discrezionalmente i cosiddetti eventi per centinaia di migliaia di euro. E sempre gli stessi metodi sembrerebbero ispirare l’attribuzione delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione: in sintesi, si sta rinunciando a disegnare con trasparenza ed efficienza un futuro per l’Abruzzo e lo si sta ricacciando nelle pratiche feudali di vassallaggio in uso nel medioevo.
Allo stesso modo invito il Presidente Sospiri a rendere note le paternità delle richieste di finanziamento accolte perché è semplicemente assurdo che si assegnino oltre 2.380 finanziamenti per circa 22,3 milioni di euro senza che vi sia stata una sola richiesta formalizzata, senza che nessun Consigliere abbia avanzato pubblicamente una sola proposta, costringendo conseguentemente il Consiglio regionale all’approvazione del famigerato allegato contenente gli oltre 2.380 stanziamenti nel cuore della notte e in gran fretta: Presidente Sospiri facciamo luce, diciamo chi ha chiesto cosa, a chi lo ha chiesto e perché gli è stato dato: ne guadagneremo tutti e, soprattutto, ne guadagnerà l’Abruzzo.
PS: il Presidente Marsilio mi accusa di aver votato favorevolmente per il ri-finanziamento del Premio fotografico internazionale Gianni di Venanzo, e quindi di voler partecipare in tal modo alla spartizione delle mance: Presidente Marsilio, il Premio in questione è disciplinato da una legge regionale, peraltro votata all’unanimità in una precedente legislatura, e io ho votato in totale trasparenza il ri-finanziamento di quella legge che, del Premio, attesta la qualità e la rilevanza”.