ABITAZIONE SULMONA: ALTRO DINIEGO INFONDATO

Sulmona: da baracca a edificio residenziale

Il Comune di Sulmona (AQ) ha negato un’altra volta l’accesso civico generalizzato, che era stato richiesto da Mario Pizzola dei Comitati cittadini per l’ambiente, finalizzato ad acquisire i documenti riguardanti la vicenda diabolica della villa privata in costruzione a Sulmona in via Tratturo.

Gli uffici del comune di Sulmona perseverano la non trasparenza

Il proverbio diffuso tra gli antichi romani “Errare è umano, ma perseverare è diabolico” si adatta perfettamente alla macchina burocratica del comune di Sulmona (AQ). Mario Pizzola, il 25 settembre 2023 ha redatto e protocollato agli uffici sulmonesi un altro accesso civico generalizzato avente ad oggetto la vicenda ambigua dell’edificio in costruzione in via Tratturo (approfondimento casa privata Sulmona qui).

Il precedente accesso civico dell’ambientalista Pizzola era stato bocciato dai funzionari comunali, poichè adducevano, come motivazione, l’art. 4 del Regolamento comunale sull’accesso agli atti. Tale norma recita che “Non sono ammesse richieste relative ad intere categorie di documenti che comportino lo svolgimento di attività di indagine e di ricerca da parte degli uffici.

Già in questo caso, il diniego era fuori dalle logiche normative della trasparenza, come si evince dalle Linee guida A.N.A.C. Il paragrafo 5 di tali Linee sostiene “L’amministrazione è tenuta a consentire l’accesso civico generalizzato anche quando riguarda un numero cospicuo di documenti ed informazioni”.

Pertanto, Pizzola, sicuro di agire all’interno del riquadro disegnato dalla normativa sulla trasparenza, ha presentato altro accesso agli atti sulla Villa privata. Nello specifico, la precedente richiesta non riguardava “intere categorie di documenti” ma unicamente quelli relativi alla baracca preesistente nell’area in via Tratturo – destinata dal vigente PRG a ”parco urbano e territoriale” – in cui sono attualmente in corso lavori per la realizzazione di un edificio residenziale privato.

Di conseguenza, nell’accesso civico generalizzato del 25 settembre, nonostante non ce ne fosse la necessità normativa, Mario Pizzola ha riformulato in maniera più precisa la richiesta, ovvero: “Si intende conoscere: a) A quale uso era adibita la baracca di cui trattasi ;b) Quali verifiche e quali atti sono stati prodotti dal Comune di Sulmona al fine di accertare che per la baracca in oggetto ricorressero i requisiti per l’applicabilità della L. R. n. 49 /2012“.

Le ragioni non a norma degli uffici di Sulmona e il Riesame di Pizzola

Il Comune di Sulmona, nelle persone di Patrizia Presutti e l’Ing. Franco Raulli, rispettivamente responsabile del procedimento e dirigente, hanno negato ancora una volta l’accesso agli atti al Leader dei Comitati cittadini per l’ambiente. Lo scalpore non nasce dal rifiuto in sé, ma dalle motivazioni diaboliche e illegittime alla base della decisione dei funzionari sulmonesi.

Entrando nel merito dell’atto di diniego, gli uffici comunali scrivono un falso normativo quando, nella lettera di diniego, affermano che “la domanda di accesso deve essere finalizzata alla tutela di uno specifico interesse giuridico di cui il richiedente è portatore, non può essere uno strumento di controllo generalizzato dell’operato della P.A“. Ergo: il Decreto F.O.I.A. recita da un lato che la trasparenza è finalizzata a “favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali” e dall’altro che il richiedente “non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva”.

Inoltre, I funzionari sulmonesi nella loro missiva di diniego scrivono che l’accesso agli atti è generico e non individua in modo specifico i documenti. I burocrati comunali si sbagliano, dato che la richiesta è specifica avendo ad oggetto una singola abitazione privata. Ragionando per assurdo, anche se la richiesta di accesso fosse generica, le FAQ sul F.O.I.A. elaborate dal Governo dispongono che l’amministrazione deve assistere il richiedente al fine di giungere a una adeguata definizione dell’oggetto della domanda”. Quindi, in ogni caso, il diniego dell’Amministrazione non ha appigli giuridici.

Per di più, i dipendenti comunali, al fine di motivare le “ragioni” del diniego, citano una giurisprudenza amministrativa del 2006 e del 2010. Forse, gli uffici del Comune non sono a conoscenza che il c.d. F.O.I.A nasce in Italia nel 2016 e la giurisprudenza da loro citata è anacronistica e non pertinente con la vicenda della Villa privata in via Tratturo.

Sempre il D.Lgs 33/2013, all’art 5, c.2, ci indica la strada da seguire recitando “Allo scopo di favorire forme diffuse di controllo […] e di  promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione”. E poiché l’ambiente è un interesse diffuso, i cittadini hanno, normativamente, tutto il diritto e tutti i relativi strumenti per promuovere la partecipazione al dibattito pubblico tramite i riscontri degli accessi.

Nella foto il leader ambientalista Mario Pizzola

Insomma, il Comune di Sulmona reitera irrazionalmente i suoi atti votati alla non trasparenza Mario Pizzola non intende mollare, la tutela dell’ambiente e della trasparenza non possono essere limitati da un apparato comunale non a passo con i tempi. L’ambientalista Sulmonese intende avanzare la richiesta di Riesame al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza del Comune di Sulmona che, a sua volta, dovrà pronunciarsi entro 20 giorni dalla presentazione del ricorso sul rilascio di dati, documenti e informazioni sulla Villa in questione.

In caso di ulteriore diniego, Pizzola presenterà ricorso al Difensore civico della Regione Abruzzo per ottenere sia i documenti in questione, sia la diffida dei funzionari comunali e le relative sanzioni ex lege. Sarebbe auspicabile che, per preservare l’immagine della città di Sulmona, siano gli uffici comunali e soprattutto il Sindaco ad erigere la c.d. casa di vetro sulmonese e non il Difensore civico.

Per “vincere” l’accesso agli atti, manca unicamente l’azione politica pungolatoria del Sindaco e dell’Amministarzione nei confronti degli apparati amministrativi. Mi auguro che la politica non continuii a latitare, ma batta un colpo. Senza trasparenza si attiva il retropensiero sull’azione amministrativa dell’Ente sulmonese.

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